sabato 28 maggio 2011

30 maggio 2011 SCIOPERO METROPOLITANO

AVVISO PER TUTTE E TUTTI - COMUNICATO RADIO STAMPA
MOBILITAZIONE GENERALE CITTADINA
30 maggio sciopero "metropolitano" a Roma
ore 15 dal colosseo corteo
ore 17.30 al Campidoglio

CONTRO I TAGLI DELLA GIUNTA ALE-DANNOche penalizzano scuole, asili nido, cultura, biblioteche, servizi
sociali ed assistenziali,
per opporci collettivamente alle privatizzazioni di aziende pubbliche
e allo smantellamento di servizi e funzioni gestiti dal personale di
Roma Capitale
contro le esternalizzazioni e la precarietà dilagante
per sbloccare assunzioni al Comune ed evitare dismisisoni e licenziamenti
contrastiamo la cementificazione, per un reale diritto all'abitare, al diritto
allo studio, alla salute, alla cultura e al sapere
il 30 maggio giornata di mobilitazione
con sciopero proclamato dalle Rappresentanze sindacali aziendali e dai
sindacati dell'Unione Sindacale Italiana a Roma Capitale, in molte aziende
pubbliche romane e nel settore cooperativo
Sciopero proclamato anche dai sindacati Cobas e Usb per la giornata del 30 maggio

 NO ALLA CITTA' SBILANCIATA...ROVESCIAMO IL BILANCIO DELLA GIUNTA CAPITOLINA(Le manifestazioni sono organizzate dalla RETE ROMA BENE COMUNE)

IL 12 E 13 GIUGNO VOTA SI A TUTTI I REFERENDUM
Usi e Rsa-Rsu UNIONE SINDACALE ITALIANALargo Veratti 25 00146 Roma usiait1@virgilio.it
tel 06 70451981 fax 06 77201444  

domenica 22 maggio 2011

sportelli sul lavoro autogestiti

Sportelli autogestiti dai/lle lavoratori/trici dell’USI di informazione, consulenza e lotta sul lavoro

S.Lorenzo/III Municipio
Via degli Equi, 24
>> martedì e venerdì dalle 16:30 alle 18:30

Trullo/XV Municipio
Piazza Mosca, 50
>> giovedì dalle 18:30 alle 20:30

Quarticciolo/VII Municipio
c/o Laboratorio sociale “la Talpa”, via Ostuni, 7
>> mercoledì dalle 18:30 alle 20:30

… ci trovi anche al
Pigneto/VI Municipio
c/o Sportello di informazione e inchiesta del Comitato di Quartiere Pigneto-Prenestino
Via del Pigneto, 20
>> giovedì dalle 19:00 alle 20:00

Sportelli CAF dell’USICONS

:: Largo Veratti
>> lunedì e mercoledì dalle 09:00 alle 11:00 e dalle 14:30 alle 16:30

:: via Pitigliano, 5
>> tutti i pomeriggi

venerdì 20 maggio 2011

PEDALA PER IL SI!


CRITICAL MASS in VII Municipio per il SI al referendum per l'acqua bene comune e contro il nucleare, sabato 21 maggio 2011, appuntamentoa piazza dei Gerani h. 16:30

mercoledì 18 maggio 2011

Sciopero Metropolitano 30 maggio 2011

30 maggio: MOBILITAZIONE GENERALE E GENERALIZZATA

AVVISO E COMUNICAZIONE PER TUTTI E TUTTE
MOBILITAZIONE GENERALE E GENERALIZZATA

 30 MAGGIO SCIOPERO "METROPOLITANO" - CITTADINO
proclamato per le ultime 4 ore di servizio e/o turno

Dalle ore 15 corteo dal Colosseo
ore 17,30 tutti-e a Piazza del Campidoglio in occasione della
discussione del Bilancio di Roma Capitale


privatizzazioni, cementificazione, tagli ai servizi pubblici,
alla salute, al diritto allo studio, a scuole e asili nido,
ai posti di lavoro sempre più a rischio, alla cultura e al sapere,
una emergenza abitativa e una precarietà dilagante...
Un bilancio di Roma Capitale e degli Enti Pubblici di "lacrime e sangue"


ALLA CITTA' ...SBILANCIATA
ROVESCIAMO IL BILANCIO DELLA GIUNTA ALE-DANNO...
Le manifestazioni sono organizzate dalla RETE ROMA BENE COMUNE


E' IL MOMENTO DI SCENDERE TUTTI E TUTTE IN PIAZZA,
LOTTANDO UNITI E COMPATTI CE LA POSSIAMO FARE A
CAMBIARE LE COSE.

IL 12 E 13 GIUGNO VOTATE SI AI REFERENDUM SU ACQUA E NUCLEARE
(non è vero che non ci sono più...)


Segreteria e rappresentanze sindacali Unione Sindacale Italiana
Largo Veratti 25 00146 Roma tel. 06 70451981 fax 06 77201444
e mail usiait1@virgilio.it 

proclamazione sciopero per il 30 maggio 2011

UNIONE SINDACALE ITALIANA USI fedele ai principi dell'AIT
 Segreteria prov. intercategoriale della fed. di Roma e Rsa – Rsu e Rls USI  posti di lavoro 
LARGO VERATTI 25 - 00146 Roma Fax 06/77201444 Tel. 06/70451981 e-mail: usiait1@virgilio.it
Roma 12 maggio 2011

All’On. Sindaco di Roma Capitale Alemanno - Ufficio di Gabinetto 06 67103590 - 6784239
Al Presidente di Provincia On. Zingaretti e della Regione Lazio On. Polverini via fax
Al Commissario straordinario p.t. Pol. Sanità Regione Lazio via fax 
All'Assessore con delega alle Pol. del Lavoro di Comune (06 67102162) Provincia di Roma e Regione Lazio
All'Assessore con delega alle Pol. Sociali del Comune (06 70454112) di Provincia di Roma e Regione Lazio  
Alla Prefettura di Roma – c.a. Ufficio di Gabinetto del Prefetto 06 67294555  - ...
Alla Commissione di Garanzia per l’applicazione della L. 146/90 e s.m.i. 06 94539680
Alle Direzioni del personale/Relaz. Sind. Ind. di Comune, Aziende comunali, Provincia e Regione Lazio,   AA.SS.LL. e Az. Ospedaliere, Enti/Associazioni/Coop. Sociali con appalti/affidamenti e convenzioni con Pubbliche Amministrazioni del territorio di Roma  Loro sedi – urgente via fax pagina 1

Oggetto: proclamazione SCIOPERO 30 MAGGIO 2011, ultime 4 ore di servizio e/o turno, in prosecuzione stato di agitazione e dopo decorso procedure ex L. 146/90 e L. 83/2000 (tentativo preventivo di conciliazione).  Sciopero locale/cittadino intercategoriale, da parte della confederazione Unione Sindacale Italiana e Coordinamento lav. terzo settore e coop. soc. di Roma. Settori interessati dall’astensione collettiva dal lavoro per l’intera giornata, tutto il personale impiegato a Roma Capitale (già Comune di Roma), in Aziende comunali, AA.SS.LL., A. O., Enti, Associazioni e Coop. Sociali di tutti i servizi ambientali, educativi, sociali, socio assistenziali, culturali, manutenzione, servizi vari con appalti-affidamenti e convenzioni con Pubbliche Amministrazioni sul territorio di Roma, settori ed aziende del Commercio/Turismo/ Servizi e Terziario.  Motivazioni dello stato di agitazione e dello sciopero, misure di garanzia livelli occupazionali e salariali personale impiegato, pagamento di salari e stipendi, indennità, assunzioni e stabilizzazioni e rinnovi contratti ai precari, tutela delle condizioni di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, applicazione di Statuto dei Lavoratori, leggi sul lavoro e CCNL, contrasto a tagli nei Bilanci pubblici per spese sociali – servizi educativi-scolastici, ambiente  e servizi culturali, per corsi di riqualificazione e formazione professionale personale impiegato in appalti e affidamenti, per contrasto a privatizzazioni e ristrutturazioni di aziende pubbliche e private, per il diritto all’abitare.  

            La Unione Sindacale Italiana in sigla USI fedele ai principi dell'AIT, con la presente e per quanto indicato nell’oggetto della presente, INDICE E PROCLAMA SCIOPERO PER IL 30 MAGGIO 2011, dopo infruttuoso decorso procedure di raffreddamento del conflitto (nota del 1° maggio 2011) e a seguito di indicazione delle assemblee di lavoratori e lavoratrici, per ultime 4 ore di servizio e/o turno di lavoro.
 Lo sciopero di livello cittadino intercategoriale (esclusa la scuola statale e i ministeri), riguarda il personale  impiegato a Roma Capitale (già Comune di Roma), in Aziende comunali o a partecipazione comunale, Regione, AA.SS.LL., Az. Ospedaliere, Provincia, di Enti, Associazioni e Coop. Sociali di tutti i servizi ambientali, educativi, sociali, socio assistenziali, culturali, manutenzione, servizi vari con appalti-affidamenti e convenzioni con Pubbliche Amministrazioni sul territorio di Roma, settori ed aziende del Commercio/Turismo/ Servizi e Terziario.  Motivazioni dello stato di agitazione e dello sciopero, misure di garanzia livelli occupazionali e salariali del personale impiegato, pagamento di salari e stipendi, indennità e produttività collettiva, assunzioni e stabilizzazioni e rinnovi contratti ai precari, tutela delle condizioni di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, applicazione di Statuto dei Lavoratori, leggi sul lavoro e CCNL, contrasto a tagli nei Bilanci pubblici per spese sociali – servizi educativi - scolastici, ambiente  e servizi culturali, per corsi di riqualificazione e formazione professionale personale impiegato in appalti e affidamenti, per contrasto a privatizzazioni e ristrutturazioni di aziende pubbliche e private, per il diritto all’abitare.  
Si precisa che la O.S. intende rispettare i servizi minimi ed essenziali nei servizi, ove concordati e dovuti.
 Distinti saluti.
            Per la segreteria prov. intercategoriale della USI fedele ai principi dell'AIT e per le Rsa – Rsu e Rls USI
                                                                  Prof. Giuseppe Martelli

martedì 17 maggio 2011

Farmacie comunali in rivolta: "No alla privatizzazione"

I lavoratori dell'azienda Farmacap, insieme ai sindacati ed esponenti del centrosinistra. "Il rischio che venga venduta è concreto e questo per iniziativa dell'attuale maggioranza del consiglio comunale".

di ANNA RITA CILLIS , "La Repubblica" 16 maggio 2011
Lavoratori di Farmacap, l'azienda che gestisce 43 farmacie comunali, un nido aziendale e il servizio di teleassistenza per oltre 3500 anziani, riuniti in un sit-in di protesta sotto il Campidoglio. Al loro fianco anche i sindacati e alcune esponenti del centrosinistra. Il tutto per "scongiurare la sua privatizzazione", chiarisce Giovanna Catizone della Cisl-Fisascat. Con lei, in prima fila nella "battaglia" oltre agli impiegati (circa 380) anche Gino Viero della Flcams Cgil che aggiunge: "Il rischio che venga venduta è concreto e questo per iniziativa dell'attuale maggioranza del consiglio comunale".

A una possibile privatizzazione di Farmacap reagiscono compatti i lavoratori: "La nostra non è un'azienda in perdita", dicono. Laura, una psicologa del servizio di teleassistenza e Marinella, una farmacista aggiungono: "Comune e Regione devono all'azienda oltre 19 milioni di euro con quei soldi saremmo più che in attivo". L'Usi, l'Unione sindacale italiana rimarca che se privatizzata "si metterebbero sulla strada 380 lavoratori". Mentre sul fronte politico Daniele Ozzimo (Pd) annuncia che "nelle prossime settimane proseguiremo la battaglia contro una possibile vendita". E solidarietà arriva anche da Luigi Nieri, capogruppo di Sel in Consiglio regionale che punta il dito verso la Giunta "che sta procedendo alla privatizzazione dei servizi pubblici e intende farlo anche con Farmacap. Una decisione illegittima, come ha sottolineato anche Federfarma".

lunedì 16 maggio 2011

presentazione libro "Valerio Verbano" ucciso da chi come perchè


VALERIO VERBANO, UCCISO DA CHI COME E PERCHE'
di Valerio Lazzaretti, Odradek edizioni 2011

Università di Roma Tre, fac. di Lettere e filosofia, aula 18
MERCOLEDI' 18 MAGGIO 2011

saranno presenti:
DAVIDE CONTI, storico della fondazione "L. Basso"
VALERIO LAZZARETTI, autore del libro

sabato 14 maggio 2011

Convegno del LIBERO PENSIERO

GIORNATE DEL LIBERO PENSIERO     

RIMINI   MAGGIO    2011

SABATO 21 MAGGIO
dalle ore 16 alle 20
Pratiche di autogestione della salute
Roberta Pari: Il Feldenkrais
Monica Franchini: Lo Yoga, respirazioni e posizioni per stare bene
Malgorzata Lasak: Massaggio Inca ”Qhaqoi”, massaggio dei curanderos andini.
MERCOLEDI 25 MAGGIO
ore 20,00
Mario Aluigi: "Il Rimedio Omeopatico"

GIOVEDI 26 MAGGIO
Ore 19,30 aperitivo
ore 20,30 Chiara Gazzola: presentazione "Divieto d'Infanzia"
ore 22,00 Vincenzo Serra in videoconferenza " Verità sulla morte di
Mastrogiovanni

VENERDI 27 MAGGIO
Ore 18.30, Raffaella Pozzi, “Lo Yoga della Risata”
ore 19,30 aperitivo
20,30 Paola Minelli, presentazione del libro "Sorvegliato mentale".
ore 22.00 proiezione documentari "Senza ragione" e "Reparto 14"

SABATO 28 MAGGIO
ore 11.00
 in centro con "La compagnia dell'Idea Bacata"
12,30 pranzo
ore 15.00 video conferenza con Gaetano Bonanno: "l'esperienza di Contraria-mente"
ore 16.00 Assemblea pubblica
scambi di esperienze, proposte pratiche e progetti a confronto

Interventi di apertura:
Carlo Ronci : (Unione Sindacale Italiana) "tagli all'assistenza sanitaria"
Collettivo Artaud Pisa:
Maurizio Bardeggia (Ass.ne Il nido del cuculo): "Progetti di solidarietà nella
valconca"
Stefano Lucchi (Ass.ne gattorosso gattonero): "Igiene mentale? libero
pensiero! Necessità di un forum sociale a difesa della autogestione della salute "
Sandro Capannini (redat. Sito "No pazzia"): Problematiche gravi di convivenza famigliare , necessità di luoghi di decompressione e non contenzione, esperienze europee.
microfono aperto per interventi
ore 20.00 cena

Evento organizzato da : Collettivo Tabula rasa, Associazione Gattorossogattonero, Grottarossa s.p.a.,Unione Sindacale Italiana, Associazione Il Nido De Cuculo,
Aderiscono e interverranno: Ass. I colori del Mondo,

AZIONI RESISTENTI: sportello di info/inchiesta sul lavoro al Pigneto

L’idea di uno sportello è nata il 12 febbraio scorso in un incontro tra il Comitato di quartiere Pigneto Prenestino e alcuni lavoratori autorganizzati, all’interno dell’assemblea popolare su Lavoro e servizi sociali nel VI Municipio.
Si è discusso dello sfruttamento in un territorio conosciuto più per la movida che per le reali condizioni di vita e si è deciso di dar seguito all’esperienza.
Sono già due le vertenze che stiamo seguendo sul territorio. La prima ha visto il sostegno del Comitato all’iniziativa sindacale nella vertenza della Cooperativa Obiettivo 2000 che, fino a poco tempo fa, ha gestito i servizi sociali pubblici in VI. La seconda ci vede protagonisti, insieme ad educatori, insegnanti e genitori delle scuole, della protesta contro il taglio dei buoni pasto al personale Aec.
Vogliamo continuare a denunciare lo sfruttamento, l’insicurezza e la precarietà del lavoro su un territorio con gravi contraddizioni. Territorio che attira su di sé le attenzioni di speculatori e sfruttatori, interessati solo a far profitto.
Lo Sportello vuole essere sia uno spazio di mutuo soccorso che di denuncia e lotta dal basso.
• Servizio al territorio: luogo di informazione su leggi e contratti e di consulenza legale per fare vertenza a livello sindacale; eventuale mediazione aziendale e tutto ciò che può riguardare un servizio di “primo soccorso” al singolo lavoratore in difficoltà.
• Inchiesta: il circuito di sfruttamento legato alla movida, alla costruzione della metro, al centro ex-Serono, quello che riguarda gli/le immigrati/e, i servizi sociali pubblici ecc., sono questioni inesplorate che necessitano di essere conosciute e monitorate, denunciando ogni abuso.
• Osservatorio: lo Sportello si propone di sollevare vertenze pubbliche e di seguirle facendo pressione sull’amministrazione pubblica o sulle aziende.
• Autorganizzazione sociale: attività di informazione, inchiesta e denuncia per sostenere le esperienze di autorganizzazione dei lavoratori del quartiere sui loro posti di lavoro, favorendone l’emersione e il coordinamento stabile.
Da Giovedì 5 maggio lo sportello sarà aperto ogni giovedì dalle 19 all e 20 alla Casa del Quartiere (ex Serono) a via del Pigneto 22.
Un'altro appuntamento alla Casa del Quatiere per partecipare a inchieste, mobilitazioni e campagne di denuncia.

mercoledì 11 maggio 2011

CINEFORUM: “La Settima Arte”, presenta:

VENERDI' 13 alle ore 20,30
con la collaborazione dello Sportello USICONS
di San Lorenzo in Via degli Equi, 25 Roma

il film: “La Cecilia” di Jean Louis Comolli
con Massimo Foschi, Vittorio Mezzogiorno, Maria Carta ..
Il film racconta la storia della Comunità Anarchica “La Cecilia” che venne fondata nel 1890 da Giovanni Rossi e da un gruppo di Anarchici italiani nello Stato del Paranà in Brasile.
Rossi era un agronomo anarchico, giornalista e militante libertario dell'AIT che cercava di rendere concrete le idee rivoluzionarie e libertarie che circolavano in quegli anni in Italia e in Europa.
Il film parte ironicamente da un paradosso: il finanziamento dell'esperimento della Comune da parte dell'imperatore del Brasile e la successiva nuova Repubblica che ne rinnega l'autonomia. Parla delle difficoltà anche economiche, dei contadini che rinfoltirono con le loro famiglie quella piccola società non accettandone a pieno le lotte, dell'amore libero accettato solo in teoria, delle discussioni sulle diverse visioni dell'anarchia …..
La Cecilia
un film su un pezzo dimenticato di storia dell'anarchismo; ma è anche un film sui problemi contemporanei: l'organizzazione, il ruolo della coscienza rivoluzionaria, la sessualità e la famiglia.
Il regista francese parte dagli scritti di Rossi, ma va oltre … Per Rossi  “La Cecilia” era un bell'esperimento, un tentativo per dimostrare la veridicità del comunismo libertario.
Entrata a offerta libera …..
piccolo ristoro prima e dopo la proiezione
Per contatti:
alex_950@yahoo.it –
rocho.andrew@gmail.com,
usicons.roma@gmail.com

martedì 10 maggio 2011

comunicato dell'Unione Sindacale Libertaria (Grecia)

Texto de ESE (Unión Sindical Libertaria) de Ioannina, Grecia, a raíz del intento (felizmente abortado) de despido de 6 repartidores en nuestra ciudad:

UNA HISTORIA DIFERENTE, COMO LAS DEMÁS

El lunes 2 de mayo, 6 repartidores que trabajaban en un conocido establecimiento de comida rápida de la ciudad de Ioannina fueron amenazados por el empresario propietario del negocio con el despido. Justamente un día después de la huelga del 1 de mayo, en la que participaron. Este hecho no es más que la punta del iceberg de la permanente antítesis entre dos mundos completamente diferentes: el de los patrones y el de los trabajadores.
Por una parte, el empresario, con las leyes a su favor y aprovechando el terror que provoca en el trabajador la idea de que sin más puede quedarse de patitas en la calle, obtiene ganancias con la explotación del trabajo ajeno y busca continuamente la forma de ganar más. Paga la mitad de lo que debería a la seguridad social, impone turnos de diez horas, no paga las horas extras, no da las establecidas pagas de navidad y semana santa y mantiene a algunos trabajadores sin asegurar.
Por otra parte, los trabajadores viven en condiciones difíciles, repartiendo los pedidos por las calles de la ciudad con los peligros que ello conlleva, recibiendo sueldos de miseria, sin una seguridad social en condiciones y con la incertidumbre del mañana. Trabajan en precariedad. Pero cuentan con la lucha y con la solidaridad.
Después de reclamar la paga de semana santa, el día 1 de mayo participaron en la huelga, no para honrar de forma "folclórica" a los muertos de Chicago, sino para reivindicar la dignidad como trabajadores en el día de hoy. Al conocerse los despidos, decenas de personas solidarias se concentraron frente al establecimiento, exigiendo la readmisión de los trabajadores. Al día siguiente el empresario rectificó.
125 años después de los duros conflictos de Chicago, los trabajadores todavía luchan por no trabajar 10 o 12 horas.
125 años después de aquel mes de mayo, los trabajadores todavía luchan por unos sueldos que les permitan vivir con dignidad.
125 años después los trabajadores todavía reivindican el derecho a la huelga.
125 años después los empresarios, los grandes y los pequeños, siguen persiguiendo desaforadamente sus beneficios a costa de la clase trabajadora.
125 años después los empresarios siguen usando los mismos medios violentos para mantener a los trabajadores aterrorizados. El miedo al despido y al paro, los chivatos, los pelotas, los esquiroles.
Sin embargo, 125 años después sigue habiendo trabajadores que no se chupan el dedo.
Para nosotros, como anarcosindicalistas, esta pequeña batalla laboral que tuvo lugar en Ioannina constituye un ejemplo para todos los trabajadores de todos los sectores. Porque esta batalla no fue dirigida por nadie, sino que fue organizada por los propios trabajadores y quienes se mostraron solidarios con ellos. Porque los trabajadores no se limitaron a una lucha de tipo judicial y legal sino que comenzaron una lucha decidida en la calle y dejaron en evidencia los atropellos empresariales ante la sociedad. Porque el empresario no tuvo que vérselas con 6 repartidores atemorizados, sino con un movimiento decidido de solidaridad, que no tenía nada que ver con ninguna institución, de modo que pudiera controlarlo usando sus "enchufes".
La mayoría de los trabajadores está harta de luchas obreras sin perspectiva. Los empresarios están llevando a cabo su mayor ataque y usando como ariete la crisis están degradando el trabajo, mientras los trabajadores se muestran incapaces de reaccionar. Después de que durante años las luchas obreras estuvieran vinculadas con sindicalistas encorbatados y sindicatos partidistas que se preocupan sólo por las elecciones, ahora la fuerza de los trabajadores está por los suelos.
NECESITAMOS NUEVAS LUCHAS

Luchas que no estén supeditadas a los intereses partidistas, luchas autoorganizadas, en las que decidan los propios trabajadores en sus asambleas, y que las decisiones no vengan de los despachos de las formaciones sindicales y de los comités de arriba, luchas inflexibles, tenaces, si es necesario agresivas, que hagan saber a los patrones y al tan valioso para ellos estado que si no nos salimos con la nuestra no estaremos satisfechos.
ES NECESARIO REFORMULAR EL SINDICALISMO

Un sindicalismo planteado desde la base, combativo y concienciado, con sindicatos que sean el nido de reivindicaciones, no pequeños parlamentos, sindicatos que no se venden a los burócratas y a los políticos de los partidos. Un sindicalismo en la calle y no en los periódicos y los telediarios, que defienda huelgas de verdad y no paripés, que plantee demandas de verdad y no mendigue, un sindicalismo de choque, no de maniobras.
Un sindicalismo que lucha por una mejora de las condiciones de vida, pero que no se olvida de que para conseguir esta mejora es necesario luchar por la abolición total de la explotación del hombre por el hombre. Un sindicalismo que no se olvida de que
PARA QUE LOS TRABAJADORES
SE VUELVAN A QUERER A SÍ MISMOS
TIENEN QUE VOLVER A ODIAR A LOS PATRONES


Ελευθεριακή Συνδικαλιστική Ένωση - Διεθνείς Σχέσεις
Unión Sindical Libertaria - Relaciones Internacionales
ese-ioanninon.blogspot.com
www.athens.ese-gr.org/

lunedì 9 maggio 2011

operatori sociali/USI: contributo alla discussione nazionale

PRIMO CONTRIBUTO OPERATORI SOCIALI USI  AL GRUPPO DI LAVORO DEL 16 APRILE PER GLI STATI GENERALI DELLA PRECARIETA'
– ROMA APRILE 2011

Una professione che scompare

Il lavoro nel sociale vive da diversi anni una progressiva erosione di tutti  gli aspetti che lo compongono, portando a un impoverimento economico e  professionale, nonché normativo e contrattuale degli/lle operatori/trici.  A partire dai tagli operati a livello nazionale - come bene hanno elencato  i/le colleghi/e di Napoli e Bari - che a cascata si riversano sugli enti locali, regionali, comunali e provinciali, si vive una crescente disarticolazione della nostra professione, che apre a circuiti di iper-sfruttamento e a un deperimento dei servizi offerti alla cittadinanza.

Nella nostra esperienza romana di operatori/trici sociali autorganizzati/e ci stiamo rendendo conto che a forza di essere invisibili stiamo scomparendo come compagine sociale riconosciuta e riconoscibile. Logica vuole che i primi a vanificarsi siano i soldi; nelle Coop. romane, infatti, vanno
moltiplicandosi i casi di mancata erogazione dei salari che, da fatto episodico, sta diventando un fatto normale, strutturale, con tutte le conseguenze che questo comporta sia sul piano materiale della sussistenza quotidiana sia sull’idea di sé dei lavoratori e delle lavoratrici. Buste paga già umilianti diventano un’incerta speranza che tutto rimette in gioco, non permettendo un’identificazione positiva e soddisfacente con la propria opera. D’altra parte, la continua dequalificazione professionale (sono circa 15 anni che aspettiamo i corsi regionali e pubblici, OSS, ADEST, ecc.),
oltre ad alimentare un becero mercato privato di dubbi "corsi e titoli", penalizza il lavoro concreto, abbandonandolo all’inventiva personale, quando invece, per la sua natura di assistenza a persone svantaggiate, necessiterebbe di ben altra preparazione culturale e professionale.
Dal punto di vista normativo/contrattuale, oltre ad avere un CCNL tra i più scandalosi in termini di remunerazione e diritti, si è affermato un utilizzo massiccio della contrattazione a progetto che, in sé, nega ogni possibilità di riconoscimento dei diritti e tende a marginalizzare il ruolo dell’operatore e dell’operatrice sociale, rendendolo un mero elemento "tappabuchi" e non un soggetto attivo nella progettazione e nella realizzazione dell’intervento. Il progressivo indebolimento di questi tre elementi (economico/professionale/contrattuale-normativo) sta conducendo alla sparizione della nostra figura professionale (e della funzionalità stessa dei servizi sociali pubblici) che va sempre più sfumando in un inqualificabile e generico “badantato e colfaggio”.

I tagli imposti dal governo centrale sono indice della mancanza assoluta di un progetto e di una politica su scala nazionale che non sia appunto di solo quadro normativo e finanziario.

Ad ogni approvazione di bilancio, il Comune di Roma effettua tagli al sociale pari a a circa il 20%, una erosione che negli anni ha portato a una situazione limite che, oggi, si dispiega nella mancanza di nuovi bandi e progetti e nell’incertezza salariale di migliaia di lavoratori/trici.

Menzogne e inganni

A complicare ancor di più la situazione è il sistema della cooperazione sociale che negli ultimi quarant’anni, si è insinuata, ponendosi quale ponte tra gli enti locali e la cittadinanza. Le Cooperative sociali si inseriscono come soggetti privati, interamente finanziati dal pubblico che, nella stragrande maggioranza dei casi, operano in base alle più elementari logiche di profitto.
Da un punto di vista strettamente economico l’esternalizzazione dei servizi alle Coop costa al Campidoglio 3 volte di più. Per esempio, se un’ora di lavoro di un operatore viene remunerata dalla Coop circa 8 €, quella stessa ora viene pagata circa 20 € dal Comune; il resto del finanziamento pubblico rimane all’interno della Cooperativa o della Associazione in appalto. Senza la mediazione delle Coop, il Comune potrebbe risparmiare fino a 2/3 sul bilancio sociale (in tempi di crisi non sarebbe male!) oppure pagare gli/le operatori/trici sociali il triplo (anche questo in tempi di crisi non sarebbe un cattiva idea!!) o triplicare i servizi offerti alla cittadinanza (!!!).
L’esternalizzazione alle Coop ha dato l’abbrivio alla privatizzazione dei servizi pubblici, creando l’ossimoro del privato-sociale e alimentando la menzogna tutta ideologica della cooperazione.
Le Coop, che ripetiamo sono enti privati che vivono esclusivamente di finanziamenti pubblici, si configurano come elementi parassitari all’interno delle quali crescono piccoli o grandi gruppi burocratici e dirigenziali, non-produttivi e per lo più incapaci, coperti dalle lobbies bancarie, delle centrali cooperative (lega coop, confcoop, agci) o da qualche politicante locale. Alla testa delle Coop è quindi più facile trovare "furbetti di quartiere" che "coraggiosi capitani d’industria" con tutto ciò che ne consegue nelle capacità di gestione aziendale, dell’erogazione dei servizi e della tutela del lavoro.

La menzogna della cooperazione, inoltre, inficia la percezione di sé di tanti/e lavoratori/tici che non si riconoscono quale soggetto di diritto indipendente ma, nel caso dei soci di una Coop, assumono l’ideologia dell’essere "imprenditori di se stessi", identificandosi più con l’azienda che con la propria opera. Si crea così un cortocircuito interclassista nella propria soggettività.

Negli ultimi mesi, infatti, a Roma, stiamo assistendo alla dubbia manovra di una parte delle Cooperative che in nome della «difesa dell’attuale sistema dei servizi» vuole farsi scudo dei/lle lavoratori/trici per ottenere maggiori finanziamenti alle cooperative, le stesse che utilizzano in maniera massiccia la precarietà contrattuale, che non applicano le norme sulla salute e sicurezza né il CCNL e che reprimono la libertà sindacale. È una manovra conservativa di una vera e propria casta parassitaria che inganna ulteriormente i/le lavoratori/trici.


 Autorganizzazione sindacale

Nell’ultimo decennio, tra gli/le operatori sociali di Roma si è andata affermando una componente autorganizzata che, pur con vicende alterne, è riuscita a fornire alcuni strumenti di resistenza. Nel 2000, dopo una lunga campagna unitaria del sindacalismo autogestionario e di base e del
Coordinamento cittadino operatori sociali (Co.Citt.O.S.) si è riusciti a conquistare la delibera comunale n°135, un elemento normativo locale che permette di esercitare un controllo dal basso su alcune questioni che garantiscono un regime di normalità contrattuale, salariale e legislativa
all’interno delle Coop, che può portare fino alla revoca degli appalti all’interdizione per 5 anni dai bandi. Nel 2005 si è ottenuto anche il regolamento attuativo con la delibera consiliare 259 del 2005. Proprio in questi giorni, su iniziativa sindacale dell’Usi, si sta applicando il contenuto pratico della delibera n°135/2000 alla Coop "Obiettivo 2000", alla quale sono stati revocati tutti i pacchetti servizi, con trasferimento dell’utenza presso altre Coop e il completo riassorbimento dei lavoratori e
delle lavoratrici, che dopo anni di indecente sfruttamento, potranno continuare il proprio lavoro sulla stessa utenza in altre Coop più solide o più avvedute, sulle quali si continuerà una "vigilanza autorganizzata".

Ormai le cooperative sociali e gli enti (morali, onlus, se non vere e proprie aziende), anche in forma di consorzio, hanno in affidamento e in gestione esternalizzata, per conto di molte pubbliche Amministrazioni, una serie infinita di servizi, dagli asili nido e scuole dell'infanzia, con la
creazione di un vero e proprio "mercato della prima infanzia" concorrenziale rispetto al servizio pubblico di enti locali, ad attività di orientamento, formazione e assistenza a soggetti e categorie considerate "a rischio", dai migranti, a rom, sinti, fino a situazioni di emarginazione sociale
(Hiv-Aids, tossicodipendenza, alcoolismo, dispersione scolastica e "bullismo", senza fissa dimora), ma con punte di "intervento di eccellenza" come servizi nelle biblioteche o servizi culturali, teatri, università e scuole statali pubbliche. Nessun settore è escluso, sull'asse fondamentale per il capitalismo e per i poteri e gruppi di pressione, istruzione-formazione-collocamento anche della futura forza lavoro e con utilizzo sottopagato e sottovalorizzato delle persone utilizzate in questi servizi e progetti.
La tendenza all'abbassamento dei "costi" dei servizi e del "lavoro" e dell'effetto delle esternalizzazioni, ha un ruolo notevole anche nei servizi socio sanitari, ormai nelle cliniche come nelgi ospedali o nelle AASSLL, come già per gli Enti Locali o la scuola e l'università, una massa crescente di personale non è dipendente pubblico ma è impiegato su servizi sanitari e ospedalieri, con un ulteriore scambio e intreccio tra "prestazione sanitaria" e "merce-prestazione lavorativa".

Nell’ultimo decennio non sono mancate esperienze, sotto varia forma (Cocittos, Rosp, Coord. lav. 3° settore, Assemblea citt. Op. soc. in Lotta), di coordinamento cittadino tra lavoratori/trici che hanno permesso la costruzione di reti di solidarietà attiva e di elaborazione comune. Lontani dal voler "superare" le appartenenze ai diversi sindacati di base o autogestiti o per chi sta nella Cgil ma "in posizione critica", si tenta, dove possibile, di accomunarle in azioni comuni e di mutuo sostegno, su obbiettivi concreti di salvaguardia e miglioramento delle condizioni di lavoro e, quindi, della qualità del servizio. Un processo elementare che può rafforzarsi se insite sul radicamento dell’autorganizzazione sindacale all’interno delle singole Coop. sapendo dar vita ad associazioni di
lavoratori/trici indipendenti e autonome dalle esigenze aziendali e comunali, che agiscano in solidarietà sia a livello cittadino che nazionale, a partire da una piattaforma comune che, per come è stata elaborata nelle assemblee cittadine romane, preveda i seguenti punti:

Contro i tagli della spesa sociale
Contro licenziamenti e precarietà
Per la riqualificazione e la formazione professionale
Per una rete di solidarietà tra i lavoratori e le famiglie che usufruiscono dei servizi
Contro ulteriori esternalizzazioni e privatizzazioni
Contro lo sfruttamento e la repressione dei "padroncini" delle Cooperative
Per le libertà sindacali e la salute e la sicurezza negli ambienti di lavoro

Questi alcuni spunti e riflessioni, ci riserviamo di svilupparne ulteriori nelle sedi di confronto o plenarie sulle questioni "Lavoro sociale in tempi di crisi", "Situazione romana e nazionale",
"Cooperative...cioè imprese", "forme di autorganizzazione sui posti di lavoro, nei territori, reti di collegamento e informazione" "I punti infolavoro e diritti"

Documento delle Rappresentanze sindacali aziendali e coordinamenti dell'Unione Sindacale Italiana.

SERVIZI SOCIALI, UN BENE COMUNE

La riforma dei servizi sociali che si abbatterà sui lavoratori e sulle famiglie di Roma, architettata dall’Assessorato dei Servizi Sociali e concertata solo dai sindacati confederali (CGIL-CISL-UIL) insieme alle centrali cooperative, produrrà licenziamenti e la distruzione definitiva dei servizi di assistenza domiciliare e non solo. A partire da metà maggio inizierà la sperimentazione della riforma su alcuni Municipi, tra cui sicuramente il IV, che prevede:
IL PEGGIORAMENTO DELLE CONDIZIONI LAVORATIVE
L’INTRODUZIONE DI PACCHETTI DI ASSISTENZA DI 1 OPERATORE SU 5 UTENTI CON RELATIVO CARICO DI LAVORO E INEVITABILI LICENZIAMENTI;
L’INTRODUZIONE DEL SERVIZIO "A CHIAMATA DELL’OPERATORE DA SCONGELARE NEL MOMENTO DEL BISOGNO"
PRESTAZIONI CHE POTRANNO FRAMMENTARSI a 1 ORA O 1 ORA E MEZZA, CHE PRECARIZZA ULTERIORMENTE LE/GLI OPERATRICI/ORI, CHE CANCELLA IL VALORE SOCIALE DEL NOSTRO LAVORO RIDUCENDOLO ALLA SOLA ASSISTENZA DI BASE;
L’ISTITUZIONE DI LISTE DI "BADANTATO" COMUNALI PER UTENTI GRAVI CHE SONO RITENUTI DALL’AMMINISTRAZIONE "TROPPO COSTOSI" CON RELATIVA PERDITA DI QUALITA’ DEL SERVIZIO E CONDIZIONI CONTRATTUALI VERGOGNOSE.
A QUESTO SI AGGIUNGE LO SMANTELLAMENTO DI FATTO DELLA FUNZIONE EDUCATIVA DEGLI A.E.C. (Assistenti Educativi Culturali) nelle SCUOLE PER L’ASSISTENZA SPECIALISTICA A STUDENTESSE E STUDENTI DISABILI, LA CHIUSURA DELLA CASA DI RIPOSO DI ROMA 2 E LA RISTRUTTURAZIONE DEL SERVIZIO PER LA TERZA ETA’, CON "DEPORTAZIONE" DEGLI ANZIANI E MOLTI POSTI DI LAVORO A RISCHIO, LA DISMISSIONE PROGRESSIVA DEI SERVIZI SOCIALI ED EDUCATIVI DELL’AZIENDA SPECIALE COMUNALE FARMACAP, LA RISTRUTTURAZIONE DEI SERVIZI SAISA, SISMIF E SAISH, LA DIMINUZIONE DEI LABORATORI TEATRALI INTEGRATI E DEI LABORATORI IN GENERE PER RAGAZZI E ADULTI CON DIFFICOLTA’ DI APPRENDIMENTO E DISAGI PSICHICI, LA DEQUALIFICAZIONE DEI SERVIZI DI CASE FAMIGLIA, CENTRI DIURNI, DEI SERVIZI SU HIV-AIDS, LA MANCANZA DI UN REALE PIANO DI FORMAZIONE, AGGIORNAMENTO, RIQUALIFICAZIONE PROFESSIONALE E DELL’APPLICAZIONE DELLE MISURE DI TUTELA DELLA SALUTE E DELLA SICUREZZA…
BASTA… CON LA DISTRUZIONE DEL WELFARE CITTADINO E CON LA PRECARIZZAZIONE DELLE NOSTRE VITE
GIOVEDI’ 12 MAGGIO PRESIDIO SOTTO AL V DIPARTIMENTO DI VIALE MANZONI
(con copertura di ASSEMBLEA SINDACALE) DALLE 11 ALLE 15
DALLE 12 CONFERENZA STAMPA DAVANTI AL DIPARTIMENTO V
VERSO LO SCIOPERO METROPOLITANO DI FINE MAGGIO CONTRO L’AMMINISTRAZIONE ALEMANNO E IL BILANCIO "LACRIME E SANGUE"

Assemblea operatori/trici sociali in lotta
Coord. lav. coop sociali, enti e aziende del terzo settore
Cobas Cooperative
Unione Sindacale Italiana
USB
CUB Sanità

domenica 8 maggio 2011

Roma, 1° Maggio 1891



“In quel giorno gli operai dovevano tenere il grande comizio in piazza Santa Croce in Gerusalemmea Roma, e i rinforzi di truppe venuti di fuori, non rassicuravano punto. Fino dalla mattina di quel giorno nelle vie, ove non si trovava una bottega aperta, circolavano in fretta pochissime persone, e nelle ore pomeridiane tutta Roma era avvolta in un silenzio di tomba; e neppure nelle strade più centrali si sentiva il rumore di una carrozza; soltanto lassù nell’estremo lembo del quartiere dell’Esquilino, si addensavano i soldati e la folla irrequieta. Alle 11 allievi carabinieri, fanteria e bersaglieri cingevano da tre lati la piazza Santa Croce in GerusaIemme; nel centro vi erano altre 4 compagnie e numerosissimi carabinieri, nel fondo della piazza due squadroni di Foggia cavalleria. Il palco per la presidenza del Comizio era stato eretto quasi nel centro della piazza. Alle 2 su quel palco vi erano gli onorevoli Ettore Ferrari, Maffi, Barzilai, il consigliere comunale Bianchi, Felice Albani, e l’avvocato Lollini, promotore del Comizio. Intanto giungevano, precedute da bandiere, tutte le rappresentanze dei circoli sovversivi «XX dicembre», «L. Rarsanti», «Valzania», «Unione Emancipatrice» ecc.. Quest’ultima aveva la bandiera verde spiegata con l’iscrizione «Vivere lavorando, morire combattendo». La «Federazione anarchico-socialista» fu accolta con applausi. Il Garofolo dichiarò aperto il comizio e subito prese la parola l’operaio Latella assicurando che per migliorare le condizioni degli operai era indifferente la forma di Governo. Egli invitò i compagni ad organizzarsi, ma a tenersi lontani dalle idee politiche. Le sue parole calme, che stonavano dopo tutta la propaganda violenta fattasi negli ultimi tempi, furono zittite. Dopo il Latella parlò il Piacentini in senso più accentuato; e per conseguenza fu più ascoltato. In quel momento Amilcare Cipriani fu condotto sui palco fra gli evviva e prese la parola il Liverani, anche più violento del suo predecessore. Egli disse: «Bisogna fare una guerra a coltello a quelli che ci opprimono. È tanto tempo che domandiamo legalmente i nostri diritti: otteniamoli con la forza». Salì allora sul palco il Bardi, un giovinotto anarchico; e prese a dire: «Questo giorno desiderato e finalmente venuto. In modo solenne per noi affamati, sfruttati da una classe che tutto ci toglie a viva forza, perfino i nostri fratelli, che ci fanno siepe d’intorno armati di baionette. Ma non ci sgomentiamo se questi poveri schiavi saranno costretti a scaricare i loro fucili contro di noi: il nostro sangue sarà seme che frutterà». «Questa classe dominante, frutto della corruzione e della infamia, deve essere abbattuta. Noi operai, oggi riuniti e uniti, sentiamo la forza di questo giorno solenne, non solo per noi, ma per tutto il mondo. Oggi forse qualcuno di noi sarà sacrificato per questa causa; a quelle vittime mandiamo un saluto! Alle nostre miserie, per cui imploraste mercè dal Governo, questi rispose inviandoci nuovi reggimenti. Ma non li temiamo. Un ministro disse in Parlamento là dove non si fanno che leggi dannose all’umanità, disse che la questione sociale essi si trovavano nella impossibilità di risolverla. Accogliamo quella dichiarazione perché ci dice che dobbiamo fare da noi». Dopo essersi scagliato contro la stampa pagata con i fondi segreti, e aver alluso al maggio fiorito, pieno di profumi floreali, esclamò: «Spandiamo ora il nostro sangue per l’umanità; sacrifichiamoci, e lasceremo un’aureola per le generazioni future. È tempo di farla finita; decidetelo voi!». La folla scoppiò in unanimi applausi, che si convertirono in fischi appena che il Moschini, altro operaio, volle consigliare la calma. I cavalleggeri, che erano scesi da cavallo, a questo punto, sentendo ripetutamente gridare: «Viva la rivoluzione!», salirono in sella. Amilcare Cipriani prese la parola per raccomandare la calma: «Lavoratori, — egli gridò — oggi in questa piazza, circondati dalle baionette del dispotismo, ci siamo riuniti per proclamare insieme ai nostri fratelli del mondo intero la rivendicazione dei nostri diritti, l’emancipazione del lavoro». «È ora di finirla» — urlano dalla folla. «Qui convenuti, — continuò l’oratore — animati da una stessa fede, provate, con la presente manifestazione, a coloro che sono al potere, ai padroni, ai capitalisti, che se domani vorrete, sarete i padroni della intera umanità! Oggi siete chiamati a provare quanti siete di numero e quanto tolleranti. Quando sarete stanchi, questa gente pasciuta dovrà cedere dinanzi a voi per amore o per forza». Il Cipriani concluse così il suo discorso, che parve moderato in confronto degli altri: «Sentite un uomo che non vi ha mai tradito. Organizzatevi e faremo facilmente sparire la microscopica falange dei neutri pasciuti. Se oggi siete venuti qui inermi, preparatevi a venirvi un’altra volta non con bandiere inutili, ma con qualche altra cosa fra le mani». L’eccitamento degli animi, dopo questi discorsi, che nessun delegato aveva ordine di far cessare, cresceva sempre fino a divenir frenesia. Un giovane operaio spinse la sua bella moglie, certa Elena Mulinelli, sul palco affinché parlasse, ma essa non seppe emettere altro che un: «Evviva la rivoluzione!» e si ritirò impaurita dagli urli. Dopo poche parole, pronunziare da due operai, salì la tribuna l’anarchico Venerio Landi: «Qualunque momento è buono — egli disse — per misurare le nostre forze. L’organizzazione è impossibile ad ottenersi e vano sperarlo. Andiamoci a misurare oggi, domani, quando vorrete!». «Oggi! oggi!» grida la folla. «E sia!» urlò il Landi, e fece per iscendere dal palco, mentre la folla alzava le mani urlando. L’ispettore Marchionni a questo punto fece squillare la tromba e ordinò lo scioglimento del Comizio. Tutti si davano a fuggire, il gruppo delle bandiere si sparpagliò, le bandiere furono strappare dall’asta, e intorno i soldati serravano le file; i bersaglieri scaglionati nella piazza si uniscono, formano due linee verso S. Croce in Gerusalemme, e si avanzano a passo di carica verso la folla. A un tratto però si fermano per lasciare il passo a due squadroni di cavalleria Foggia, che si avanzano a mezzo galoppo. Tutti fuggivano, una parte della folla si riversava nella strada interna delle mura, un’altra invadeva il palco della presidenza, e intanto le linee dei soldati si stringevano sempre più. La guardia Raco cade uccisa da una pugnalata. Amilcare Cipriani si getta sui carabinieri che facevano la guardia attorno ai palco e ne afferra uno per il bavero; quegli volgendosi lo ferisce; ovunque s’impegnano zuffe; i tumultuanti salgono sulle mura della città per evitare le cariche, e di lassù e dalle case ove molti si sono rifugiati, piove sui soldati una grandine di sassi, di pietroni, di lavagne e di piatti. In via Emanuele Filiberto i rivoltosi formano con carri e con masserizie le barricate, e in altri punti punzecchiano con coltelli, con chiodi, con lime i cavalli dei soldati, che sono riusciti ad asserragliarli. Ad ogni carica fuggono, si sbandano, e subito tornano compatti a insultare e molestare i soldati. La Camera teneva seduta in quel giorno, e gli on. Sola e Maffi interrogarono sui fatti di piazza Santa Croce in Gerusalemme il Ministro dell’interno, il quale rispose che le provocazioni erano partite dagli anarchici, e che i soldati avevano dato prova di grande pazienza. L’on. Ferrari prese la parola per accusare un ufficiale dei carabinieri di aver fatto inginocchiare l’on. Barzilai e di avergli gridato «vigliacco», dopo averlo ferito con una piattonata alla testa. Il cappello del deputato di Roma fu portato alla Camera ed esaminato, ma dalla vivace polemica che sorse rispetto a quel fatto, si venne ad appurare che l’ufficiale non aveva riconosciuto nel fuggiasco il Barzilai, e tanto meno lo aveva fatto inginocchiare. Per quei fatti dolorosi furono praticati più di 200 arresti. Anche Amilcare Cipriani, ferito alla testa, era tenuto in arresto in una casa in via Foscolo. Fra gli arrestati vi era il Moscardi, che vantavasi dell’uccisione della guardia Raco; il carrettiere Piscistrelli fu un’altra delle vittime. Tutti gli arrestati erano armati, e certi che avevano il revolver possedevano buona provvista di munizioni, segno certo che la ribellione era stata preparata.
Mentre su all’Esquilino avvenivano questi fatti, e tutto quel quartiere era guardato dai soldati, e le case piantonate, nel resto della città regnava ancora il solenne silenzio del pomeriggio, che aveva infuso tanto panico nei cittadini, e s’ignorava che cosa fosse avvenuto, né speravasi di aver notizie nella serata, perché le tipografie erano chiuse, e nessun giornale poteva pubblicarsi per la vacanza del personale.

Emma Perodi, “Roma italiana 1870 – 1895”, Centro Romano Editoriale, pag. 72


ACQUA BENE COMUNE

IL 12 E IL 13 GIUGNO VOTA 2 SI AL REFERENDUM PER L'ACQUA BENE COMUNE

sabato 7 maggio 2011

MUNICIPIO XVII, BARBERA: NIENTE PASTO PER OPERATORI DISABILI SCUOLA

MUNICIPIO XVII, BARBERA: NIENTE PASTO PER OPERATORI DISABILI SCUOLA (OMNIROMA) Roma, 08 FEB – «Chiediamo un immediato intervento del nuovo Assessore alla Scuola affinché venga garantito il diritto al pasto agli operatori sociali che assistono i bambini diversamente abili all’interno delle scuole del nostro territorio, ripristinando quel clima di serenità, all’interno delle suddette scuole, nell’ora di pranzo. Da alcuni mesi, il Municipio XVII nega tale diritto, a causa di alcuni problemi burocratici che sono stati causati dalla stessa dirigenza dell’Amministrazione municipale che per il momento impedisce agli operatori di usufruire delle mense scolastiche. Nella convezione stipulata con le cooperative sociali che hanno in affidamento il servizio di assistenza non sarebbero state, infatti, contemplate le modalità del servizio da erogare durante il momento del pranzo degli alunni assistiti. Va evidenziato, infatti, che il momento del pasto degli alunni diversamente abili rappresenta uno dei momenti più delicati della loro giornata, non solo per il bisogno di assistenza, ma anche per gli inevitabili aspetti di socializzazione ed educativi che tale attività riveste per i piccoli utenti». È quanto dichiara In una nota Giovanni Barbera, esponente romano del Prc e della Federazione della Sinistra e presidente del Consiglio del XVII Municipio. «La situazione – continua Barbera – è davvero incresciosa perché la scuola dovrebbe decidere, a questo punto, di concedere la pausa pranzo agli operatori, rinunciando però al loro servizio nelle ore più importanti per i bambini disabili, o imporre agli operatori di rinunciare alla loro pausa pranzo per garantire l’assistenza durante il momento del pasto dei piccoli utenti. Infatti, vista l’esiguità delle ore a disposizione (15 a bambino, anche se frequentano 30 o 40 ore a settimana) e vista la scarsissima paga oraria degli operatori (EUR 6.50 l’ora), molte scuole del territorio si sono organizzate cercando di ottimizzare l’orario di lavoro degli operatori sociali in maniera tale da garantire non solo il rapporto di continuità tra operatore e bambino, ma anche il fatto che l’attività di assistenza erogata da ogni operatore, per uno o più bambini, copra l’intero arco della giornata scolastica dei piccoli utenti, compreso il momento del pranzo». «Inoltre, conclude Barbera – questo diverso trattamento all’interno delle mense scolastiche, che viene percepito dal personale comunale e dai bambini come discriminatorio, sta creando situazioni molto mortificanti che rischiano di rendere spiacevole il momento del pranzo, con ricadute molto negative sul piano educativo per i piccoli utenti. Per tutti questi motivi si è scatenata una vera e propria mobilitazione dei genitori e dei docenti che hanno lanciato una campagna di sostegno agli operatori sociali, ‘inondandò il Municipio di e-mail di protesta e raccogliendo le firme affinché l’Amministrazione pubblica, superando i problemi di ordine burocratico, trovi al più presto una soluzione equa e rispettosa dell’interesse pubblico che riporti serenità all’interno delle scuole

L’UNIONE SINDACALE ITALIANA, SOLIDALE CON GLI/LE OPERATORI/TRICI A.E.C.

L’Unione Sindacale Italiana Usi, l’Associazione di difesa utenti e consumatori dei servizi pubblici USICONS e il Coordinamento di lavoratrici e lavoratori di cooperative sociali, enti del terzo settore e aziende pubbliche è SOLIDALE con lavoratrici e lavoratori con funzioni di A.E.C. (Assistenti Educativi Culturali), ai quali il Municipio XVII di Roma Capitale (già Comune di Roma), nega un aspetto importante delle attività educative e di integrazione-autonomia degli utenti disabili, come la presenza al momento del pasto e la condivisione assieme di questo importante momento della giornata scolastica.
Oltre all’odioso comportamento discriminatorio rispetto al personale docente e agli AEC comunali (quelli rimasti in organico) nel momento della mensa e della presenza con gli alunni, che subiscono gli Aec e operatori sociali dei servizi esternalizzati alle cooperative accreditate, la questione non può essere inquadrata in un’ottica di “costi” e di ipotetici “risparmi” o di disparità di trattamento, tra la convenzione nel Municipio XVII e quelle analoghe di altri Municipi di Roma Capitale, dove questa attività è compresa come un momento delle attività educative, di processi di autonomia di alunni e alunne.
Non è un problema che si può ridurre come la possibilità di mangiare e basta; si tratta di una grave carenza di chi gestisce i servizi scolastici, nel comprendere che si tratta di attività scolastiche ed educative e non di mera burocrazia, che meritano rispetto sia le operatrici e gli operatori delle cooperative sociali accreditate, sia i ragazzi e le ragazze disabili anche a scuola, sono persone e non pacchi postali, con sentimenti e sensibilità che non possono essere messi in secondo piano, nel difficile lavoro che riguarda le funzioni degli AEC in particolare nell’intervento scolastico – educativo e in generale nelle attività di impegno sulla disabilità.
L’U.S.I., il Coordinamento del settore e l’Associazione USICONS, invitano tutti-e a mandare fax di protesta al Municipio Roma XVII (fax protocollo 06 – 39738863, fax Direzione Municipio 06 – 69617307), chiedendo che tale disparità di trattamento e discriminazione cessino e che si modifichi la convenzione riportandola alla situazione precedente, riconoscendo di nuovo la fruizione del pasto per il personale esternalizzato dei servizi scolastici, all’interno degli interventi a favore dei disabili.
Il sindacato autorganizzato U.S.I., il Coordinamento lavoratori-lavoratrici di coop sociali e l’USICONS, si attiveranno quanto prima con l’Assessorato, le Commissioni Consiliari Permanenti (CCP) competenti e il Municipio XVII, coinvolgendo le altre forze sociali disponibili, per ripristinare la situazione in condizioni di dignità e di buon servizio alla cittadinanza.

Unione Sindacale Italiana usiait1@virgilio.it
USICONS usicons.roma@gmail.com cell. 3395001537 (Giuseppe Martelli Presidente USICONS)
Coordinamento lav. coop sociali/enti terzo settore coord.terzosettore@email.it

Sciopero e report mobilitazione a Farmacap

SCIOPERO 15 APRILE E PRESIDIO
AZIENDA SPECIALE COMUNALE FARMACAP A ROMA VIA OSTIENSE 131L – RESOCONTO DELLA MOBILITAZIONE
A cura della Rsa- Rls Unione Sindacale Italiana della Farmacap
e dell’Usi – segreteria provinciale intercategoriale e mail  usiait1@virgilio.it

Il 15 aprile si è svolto in occasione dello sciopero di 4 ore (proclamato dall’Unione Sindacale Italiana e da Cgil e Cisl) un presidio dei lavoratori e delle lavoratrici dell’Azienda Speciale Comunale Farmacap sotto la sede aziendale a Roma. Buona riuscita dello sciopero, con una sessantina di persone che ha partecipato al presidio a partire dalle 9 del mattino. Presenti lavoratrici e lavoratori delle farmacie comunali, dell’asilo nido, dei servizi di teleassistenza e  telecompagnia, della sede centrale (amministrativi).
Al presidio hanno partecipato consiglieri regionali e comunali di Sinistra Ecologia e Libertà (Nieri e Azuni), che hanno portato la loro solidarietà alla mobilitazione del personale della Farmacap, presente anche una delegazione della Uil, che non ha proclamato lo sciopero in azienda.
Motivazioni prioritarie dello sciopero e del presidio, che segue altre due mobilitazioni fatte sotto la sede aziendale in zona Ostiense del 31 marzo e del 5 aprile, il contrasto alle scelte aziendali di non applicare gli adeguamenti economici per il CCNL Assofarm, uno dei 4 CCNL applicati in azienda, la mancanza di un piano “industriale” di rilancio dell’azienda comunale, l’opposizione alle proposte di Roma Capitale, proprietario e committente della Farmacap, di dismissione del carattere pubblico dell’azienda, con la ipotesi di trasformazione in società di capitali a prevalente capitale privato, nell’ambito della delibera di privatizzazione e di ristrutturazione di altre aziende comunali o a partecipazione pubblica ( tra cui AMA, Acea, le aziende del trasporto pubblico, Risorse per Roma, Zetema e altre) sulle quali sia l’USI sia altre OO.SS. hanno presentato osservazioni tecniche e dubbi sulla legittimità e opportunità politico amministrativa, dell’efficacia contabile, per l’applicazione delle misure di salute e sicurezza sul lavoro.
Uno dei punti oggetto della protesta, il rischio di mobilità e di sicurezza lavorativa, occupazionale e salariale specie per il servizio educativo e quello socio assistenziale (teleassistenza e tele compagnia), con tanto di riduzioni drastiche del finanziamento pubblico per la prosecuzione ottimale ed efficace di un servizio che è parte della “filiera” dei servizi per la terza età, come le case di riposo e i centri diurni, l’assistenza domiciliare (Saisa), anch’essi colpiti da tagli nei bilanci capitolini e nelle ipotesi di ristrutturazione proposte da Roma Capitale, come applicazione della Legge 133/2008, la stessa oggetto di uno dei quesiti referendari di Giugno 2011 contro la liberalizzazione di tariffe e servizi come l’acqua, la raccolta dei rifiuti, il trasporto pubblico. Opporsi in Farmacap significa opporsi alle politiche di privatizzazione e di smantellamento dei servizi locali pubblici, a Roma come in altre parti d’Italia .  .
Durante il presidio, con striscioni e bandiere, molti interventi ai megafoni e slogan contro la privatizzazione dei servizi pubblici, per la difesa dei posti di lavoro e dei livelli salariali (con l’applicazione aziendale di 4 CCNL diversi, vi sono differenze salariali e anche normative pure per coloro che lavorano nello stesso servizio o settore e a parità di mansioni, situazione denunciata dall’Usi da molto tempo), con la denuncia pubblica delle inadempienze aziendali (la Farmacap non ha avuto approvati i Bilanci dal 2008 in poi e anche le verifiche contabili richieste da sindacati e Rsa interne, erano prive dei documenti integrativi e delle note giustificative di “accompagnamento”…) e delle responsabilità politiche della Giunta in carica, che non ha risolto né impostato in maniera chiara, in questo proseguendo la “striscia negativa” delle Amministrazioni precedenti, un investimento serio e un rilancio dell’azienda comunale che gestisce le farmacie pubbliche (oltre 40 sul territorio capitolino, spesso in zone periferiche), i servizi per la terza età e per le fasce di disagio, il servizio educativo di asili nido e le strutture logistiche e di supporto alle attività aziendali. Al termine del presidio, le lavoratrici e i lavoratori hanno effettuato una assemblea nella sala conferenze della sede centrale dell’azienda, ribadendo che sono state raccolte molte migliaia di firme tra la cittadinanza romana, contro la privatizzazione della Farmacap, le ipotesi di destrutturazione aziendale, che colpisce tutti i settori a partire dal sociale fino alle farmacie, dandosi prossimi appuntamenti di mobilitazione all’Assessorato alle Politiche sociali e al competente dipartimento e al Campidoglio, nella fase di discussione del Bilancio 2011 di Rom Capitale e per ottenere le modifiche sostanziali alle scelte dell’Amministrazione capitolina, che sviluppino e rilancino il percorso pubblico e la natura e rilevanza  dei servizi da erogare alla cittadinanza, specie alle fasce sociali più deboli e con una integrazione delle attività svolte e da potenziare, facendo delle farmacie comunali e dei punti sociali sul territorio, un importante presidio pubblico in quartieri degradati e nella periferia romana, assieme alle strutture associative e alle altre istituzioni di natura pubblica presenti nei Municipi di Roma Capitale.
Prossimo appuntamento, l’assemblea cittadina del 21 aprile ore 17 Università La Sapienza Aula VI Facoltà di Lettere, indetta dalle associazioni, comitati, reti, sindacati per ROMA BENE COMUNE